- June 21, 2024
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- Category: Emilio Cozzi
La regione scommette sul futuro con cluster d’eccellenza per aumentare i giri di un motore industriale ed economico persi dopo le crisi del comparto metallurgico ed estrattivo. Dai lanciatori ai satelliti, dai software ai servizi di terra, una costellazione di imprese copre quasi tutti gli ambiti della space economy
DI EMILIO COZZI
Il Belgio ha un nuovo astronauta pronto a imbarcarsi per la Stazione spaziale internazionale: è Raphaël Liégeois, 36 anni, vallone, uscito dall’ultima selezione dell’Agenzia spaziale europea (Esa). A maggio, l’Esa ha annunciato che presto si spalancheranno per lui le porte dello spazio; in quel momento Liégeois diventerà la terza persona di nazionalità belga a viaggiare oltre i confini dell’atmosfera, dopo Dirk Frimout e Frank De Winne. Attenderà prima la partenza della collega di “corso”, la francese Sophie Adenot, poi toccherà a lui.
Sarà il coronamento della strategia spaziale belga, un Paese centrale nell’ambito della politica europea, ma non certo fra i primi in quanto a popolazione e Pil, e che ha fatto della Vallonia, in particolare, un polo industriale e logistico strategico. Un risultato tutt’altro che banale, se si consideri che la regione ha una superficie meno estesa di quella del Lazio e una economia in cerca di riscatto dopo la crisi della seconda parte del ‘900.
Ingegnere biomedico e fisico, Liégeois sarà, tra l’altro, il primo vallone ad accedere all’orbita terrestre. È nato a Namur, al centro geometrico di una costellazione di cluster industriali d’eccellenza: tra cui spicca Skywin, incentrato su tecnologie aeronautiche e spaziali. “Il settore esporta il 90% del suo fatturato – conferma Michel Stassart, vicedirettore generale di Skywin – abbiamo oltre 40 operatori di alto livello. Rappresenta circa duemila posti di lavoro diretti e un fatturato di 300 milioni di euro. Se si divide il contributo del Belgio per il numero di residenti, siamo al secondo posto nella lista dei Paesi che hanno investito di più”. Numeri triplicati, secondo le cifre fornite da Skywin, che certificano l’espansione del comparto, nato in un territorio storicamente legato all’industria estrattiva e metallurgica e che oggi sta cercando nuovi stimoli “post-industriali”.
Impegno in Esa e il rilancio dell’economia
Si prenda il budget 2024 dell’Esa: 7,8 miliardi di euro. Tra gli stati contributori figurano ai primi tre posti la Germania, la Francia e l’Italia; il Belgio è quinto dietro al Regno Unito. Si dovesse però stilare la classifica rapportando il contributo alla popolazione, il Belgio schizzerebbe al secondo posto con 25 euro per abitante, superato solo dalle 63 euro del Lussemburgo (che però ha meno di un decimo degli abitanti e da anni ha intravisto, con lungimiranza, la frontiera della space economy avvicinarsi). Per curiosità statistica, a completare il podio ci sono la Svizzera (21 euro pro capite), la Francia (15,4 euro), l’Italia (14,9) e la Germania (13,9).
A Redu ha sede l’Esec, lo European space security and education centre, centro di eccellenza per i servizi di sicurezza informatica extra-atmosferica, sede dei centri di controllo delle missioni Proba. Qui, allo Space weather data centre confluiscono i dati sul meteo spaziale, mentre l’Esa education training centre è dedicato alla formazione di insegnanti e studenti universitari nell’ambito del programma Esa Education, e trovano posto anche le antenne parte della rete di stazioni di terra dell’agenzia.
Nuovi investimenti e tecnologie
La Banca europea degli investimenti ha firmato, alla fine del 2023, un Memorandum of understanding con la regione della Vallonia, per individuare iniziative da finanziare o da supportare attraverso consulenze tecniche e finanziarie nel settore spaziale. A Charleroi, Aerospacelab sta costruendo “la più grande fabbrica di satelliti d’Europa”: lì ha una sua divisione satelliti Thales Alenia Space, Safran Aero Boosters produce a Herstal componenti dei motori Vulcain 2 e Vinci, per il nuovo vettore europeo Ariane 6. Le 85 aziende, università e centri di ricerca, che compongono Skywin, coprono in sostanza tutti gli ambiti del settore, dai lanciatori (Sabca e Safran) alla manifattura e componentistica per satelliti, dalle ottiche avanzate per i telescopi (Amos sviluppa ottiche adattive che correggono le turbolenze atmosferiche, insieme con l’Università di Liegi) all’analisi dei dati con lo sviluppo di software di controllo di volo di satelliti e veicoli spaziali (Spacebel), e applicazioni per servizi data driven. Proprio Spacebel ha partecipato e partecipa a importanti missioni internazionali. I suoi software “guidano” i sistemi del modulo Columbus della Stazione spaziale internazionale, dei satelliti francesi Pleiades, del lanciatore Vega, dei recentissimi Euclid e EarthCare e della prossima missione di difesa planetaria Hera.
A breve, riporta sempre la Regione Vallonia, nascerà JRI4Space (Joint research institute for space) composto dalle università della Federazione Vallonia-Bruxelles, dai centri di ricerca accreditati (Cenaero, Sirris e Multitel) e dalle aziende del cluster Skywin per fare sinergia tra “esigenze industriali e offerte scientifiche”. Il governo vallone sta investendo in progetti per mettere a punto le tecnologie spaziali del futuro, ben consapevole che, oltre per esempio al georitorno in ambito Esa, che per ogni euro pubblico impiegato ne tornano altrettanti in termini di commesse per imprese, e dai 3 ai 4 come “effetto leva” dell’investimento. Si parla di razzi riutilizzabili, nuove costellazioni di microsatelliti taylor made per servire anche settori consumer non spaziali (pensando, per esempio, alle flotte di auto e, in generale, all’Internet of things”).
Dal “piccolo Belgio”, e in particolare dalla Vallonia, si è spalancata la porta sullo spazio che conta. Una promessa di riscatto, un investimento sul know how del futuro, dopo che la regione è precipitata dalla prosperità esplosa con la rivoluzione industriale alla crisi innescata nella seconda metà del XX secolo. E poi la fase successiva, non del tutto terminata, di un’economia che per tenere testa alle regioni più ricche, Fiandre e Bruxelles, ha deciso di investire in uno dei settori più strategici e abilitanti in assoluto.